La comunità locale di Carloforte (CI) si sta avviando al pieno recupero di un importantissimo patrimonio collettivo e di un rilevante valore storico e sociale.
Infatti, con la deliberazione Consiglio comunale n. 39 dell’11 novembre 2010 (“Presa d’atto dell’accertamento terre gravate da uso civico e del regolamento comunale di gestione”) il Comune di Carloforte ha proceduto alle verifiche sul demanio civico esistente sull’Isola di San Pietro, ha provveduto all’adozione del relativo regolamento di gestione e ha richiesto alla Regione autonoma della Sardegna l’approvazione del regolamento e la rettifica di alcune incongruenze verificate.
Un atteggiamento positivo molto diverso da quello tenuto in altri parti della Sardegna, da Portoscuso a Dorgali, o nel resto d’Italia, da Rocca d’Evandro (CE) a Capena (RM), solo a titolo di esempio.
Infatti, quasi un quinto (circa il 18,5 % della superficie isolana) dei poco più di 5.100 ettari dell’Isola di San Pietro, territorio comunale di Carloforte (CI), è demanio civico. 8.930.161 metri quadrati, cioè più di 893 ettari. Terreni ad uso civico, insomma. In varie località: Guidi, Punta delle Oche, il Pulpito, il Lago, Tacche Bianche, Cala Lunga, La Punta, Tacca Rossa, Bricco Napoli, La Borrona, Bricco Nasca, Stea, Le Commende, Guardia Mori, S. Anna – Tortoriso, Gioia, Memerosso, Giannuringo, Punta Grossa, Le Tanche, Canale di Sana, Paradiso, Rocchette, Gianchin, Montagne, Bricco Spagnolo, Rombi, Canalfondo, Patella, La Golfa, Piana, Sabina, Pozzino, Pitro, Fontane, Stagnetto, il Giunco, Cimitero, Fonde, Porta Leone.
Lo afferma la determinazione del Direttore del Servizio Affari legali, controllo, usi civici dell’Assessorato regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale n. 243 del 24 febbraio 2005 (pubblicata sul supplemento ordinario B.U.R.A.S. n. 2 del 17 gennaio 2006).
Decine e decine di ettari (oltre 282) risultano occupati da privati o, addirittura, edificati da tempo (ai Guidi, a Tacche Bianche, a Cala Lunga, a Tacca Rossa, a Nasca, a Le Commende, a Gioia, a Memerosso, a Punta Grossa, a Patella, a Paradiso, a Gianchin, a Sabina, a Pitro, allo Stagnetto, alla Porta Leone, al Cimitero, a Fonde, al Giunco).
La presa di coscienza dell’esistenza e dell’ampiezza del demanio civico carlofortino è nata proprio da una segnalazione svolta (16 giugno 2008) dalle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra. Dal lungo e complesso lavoro di verifica sono emerse discrasie fra la realtà dei fatti e il provvedimento di accertamento regionale (soprattutto in sede catastale).
Gli usi civici sono in generale diritti spettanti ad una collettività, che può essere o meno organizzata in una persona giuridica pubblica (es. università agraria, regole, comunità, ecc.) a sé stante, ma comunque concorrente a formare l’elemento costitutivo di un Comune o di altra persona giuridica pubblica: l’esercizio dei diritti spetta uti cives ai singoli membri che compongono detta collettività.
Gli elementi comuni a tutti i diritti di uso civico sono stati individuati in:
– esercizio di un determinato diritto di godimento su di un bene fondiario;
– titolarità del diritto di godimento per una collettività stanziata su un determinato territorio;
– fruizione dello specifico diritto per soddisfare bisogni essenziali e primari dei singoli componenti della collettività.
L’uso consente, quindi, il soddisfacimento di bisogni essenziali ed elementari in rapporto alle specifiche utilità che la terra gravata dall’uso civico può dare: vi sono, così, i diritti di uso civico di legnatico, di erbatico, di fungatico, di macchiatico, di pesca, di bacchiatico, ecc. Quindi l’uso civico consiste nel godimento a favore della collettività locale e non di un singolo individuo o di singoli che la compongono, i quali, tuttavia, hanno diritti d’uso in quanto appartenenti alla medesima collettività che ne è titolare.
Dopo la legge n. 431/1985 (la nota Legge Galasso), i demani civici hanno anche acquisito una funzione di tutela ambientale Questa funzione è importantissima in particolare in habitat di piccola estensione proprio come l’Isola di San Pietro. Boschi, macchia mediterranea, pascoli alberati, coste rocciose sono solo alcuni degli ambienti tipici rientranti nel demanio civico carlofortino.
Con l’approvazione regionale sarà, così, possibile tutelare efficacemente il demanio civico e svolgere tutte quelle operazioni (permute, recuperi, sdemanializzazioni, trasferimenti di diritti, ecc.) finalizzate a ricondurre a corretta e legittima gestione una vera e propria cassaforte di natura della comunità locale, da regolare anche mediante il futuro piano di recupero e gestione delle terre civiche (legge n. 1766/1927 e legge regionale n. 12/1994 e successive modifiche ed integrazioni).
L’intera Isola di San Pietro è, inoltre, tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i., D.M. 25 marzo 1966), rientra in diversi siti di importanza comunitaria (direttiva n. 92/43/CEE, D.P.R. n. 357/1997, elenco regione biogeografica mediterranea approvato con decisione Commissione europea n. 3261 del 19 luglio 2006) ed è destinata ad area protetta marina (legge n. 394/1991 e s.m.i.) e terrestre (legge regionale n. 31/1989 – allegato “A”). Inoltre, il piano paesaggistico regionale – P.P.R. (D.P.Re. n. 82 del 7 settembre 2006), ricomprende l’area interessata nell’ambito di paesaggio costiero n. 6 “Carbonia e Isole Suscitane” (art. 14 delle norme tecniche di attuazione) e la classifica in parte “sistema a baie, promontori, falesie e isole minori”, “area naturale e sub naturale” (macchie, dune e aree umide), “area semi-naturale” (prateria, spiagge).
Ora l’Amministrazione comunale di Carloforteha uno strumento importantissimo per gestire correttamente buona parte del suo territorio.
Dopo alcuni rilievi marginali da parte dell’Agenzia Argea Sardegna, è stato approvato dal Consiglio comunale di Carloforte (deliberazione n. 16 del 28 settembre 2011) il regolamento rettificato per la gestione delle terre civiche.